LE PREMESSE

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Custodi del Suolo nasce per restituire suoli migliori alle generazioni future intraprendendo delle azioni concrete.
Alla base di questo agire vi è la consapevolezza che
CUSTODIRE IL SUOLO SIGNIFICA CUSTODIRE LA MADRE.

LA TERRA È LA MADRE, un essere vivente, creato da milioni di microorganismi che respirano, elaborano e trasformano le sostanze minerali ed organiche, mettendole a disposizione delle piante. L’orto e il frutteto sono organismi veri e propri, comprendenti piante, radici, microrganismi, insetti, animali che partecipano di un equilibrio.

L’essere umano, pur continuando a trarne i frutti, si è allontanato dalla terra, considerandola un semplice substrato, una miscela di componenti minerali e organiche da mantenere in efficienza. Cinquant’anni di agricoltura convenzionale, con l’utilizzo di arature profonde, concimi chimici, diserbanti e pesticidi, hanno avuto come risultato una notevole riduzione della la fertilità dei suoli e la rottura degli equilibri naturali. Oggi la media di materia organica presente nei suoli coltivati italiani si va via via avvicinando a quella del deserto agronomico.

La “fertilità duratura” del terreno è patrimonio dell’umanità e delle sue comunità. E dalla salute del suolo deriva anche la qualità del cibo. Come si legge nel manifesto “Food for Health” (2018) promosso dal Movimento Navdanya International di Vandana Shiva “l’unica strada per garantire a tutti l’accesso al cibo e la possibilità di una vita dignitosa per tutti si chiama agroecologia. Un’agricoltura basata sul rispetto della terra e della vita”.

Di qui l’idea di una Carta dei Custodi del Suolo che identifichi gli impegni necessari per restituire un suolo migliore alle generazioni future.

LA PROPOSTA

Diffondiamo il concetto di RESPONSABILITÀ DEL SUOLO: chiunque possegga o utilizzi un pezzo di terra è responsabile del suolo e può contribuire o meno alla fertilità della terra: gli agricoltori, ma anche le famiglie che hanno un orto o un giardino. La proprietà o l’utilizzo di un terreno non dà solo diritti, ma anche il dovere di preservarli se non anche rigenerarli. 

La nostra proposta è quella di creare e sostenere tante piccoli gruppi TERRITORIALI di CUSTODI DEL SUOLO in cui partecipino soggetti  che siano proprietari o conduttori di terreni, come persone che curano un orto familiare o che usufruiscono di orti urbani, piccole aziende o cooperative agricole, istituti agrari.
Soggetti che abbiano in comune l’obiettivo di lasciare un suolo migliore alle generazioni future e che intendano dotarsi delle conoscenze e degli strumenti necessari ad un’azione in questo senso. Sottoscrivere la Carta dei Custodi segna l’avvio di questo cammino.

Ci occupiamo di elaborare progetti ad hoc per piccoli gruppi territoriali che includono momenti di formazione, tavoli di lavoro e condivisione tra i custodi, giornate pubbliche e documentazione del percorso effettuato. L’obiettivo è che ogni gruppo possa proseguire autonomamente il proprio percorso dopo un periodo di accompagnamento, rimanendo in contatto con l’intera rete dei Custodi del Suolo.

LA CARTA DEI CUSTODI

NOI CUSTODI DEL SUOLO

1 Siamo RESPONSABILI dei suoli che utilizziamo; di quelli pubblici come di quelli di nostra proprietà. Responsabili nei confronti del pianeta e delle generazioni future.
2 Ci mettiamo in cammino per AFFINARE LE NOSTRE CAPACITÀ DI OSSERVAZIONE di tutto l’organismo agricolo.
3 ANTEPONIAMO LA SALUTE DEL SUOLO dei nostri orti e frutteti ai risultati produttivi in termini di quantità.
4 RINUNCIAMO all’uso di pesticidi, diserbanti e concimi di sintesi.
5 Ci impegniamo a COSTRUIRE UN’ALTERNATIVA AL COMMERCIO DELLE SEMENTI BREVETTATE, per favorire la nascita di piante che sviluppino pienamente la loro coscienza.
6 COLLABORIAMO con gli altri custodi scegliendo un approccio di comunità e di scambio di saperi.
7 Ci impegniamo a DIFFONDERE QUESTA SENSIBILITÀ a partire dai nostri territori.
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OSSERVARE IL SUOLO

Quasi tutti sono in grado di apprezzare la bellezza e la vitalità di un orto, un giardino, un prato, o di un bosco, ma quanti sono coloro che sono in grado di fare lo stesso per quel che riguarda la sua parte non visibile, al di sotto dei nostri piedi?

Le scelta delle giuste azioni da intraprendere sul suolo deriva dalla capacità di osservarlo. Essere parte della rete dei Custodi del Suolo significa apprendere a farlo autonomamente.

Osservazione dell’ambiente circostante, prova della vanga, cromatografia circolare di Pfeiffer  sono i metodi che adottiamo poiché permettono di diventare automomi nella valutazione delle problematiche dei terreni. 

Al fine di attivare e mantenere un sistema organico, biodiverso, e vitale del suolo, occorre essere in grado di osservarlo nelle sue variabili, che sono:

• Stato di ossigenazione, aggregazione e struttura.
• Presenza di sostanza organica e interazione con gli aspetti biologici del suolo.
• Presenza e azione di batteri/micorize e funghi benefici.
• Presenza di pedofauna (quanti soggetti e quante tipologie).
• Osservazione della flora spontanea  e altre tipologie di insetti/animali.

Un suolo in buona salute si presenta ossigenato, aggregato, ricco di materia organica, con una buona attività microbica e fungina, e presenta sulla sua superficie un’armonica presenza di flora spontanea, pedofauna, lepidotteri, uccellini.

Queste immagini che ricordano degli iridi, sono ottenute con un’analisi morfologica del terreno, la cromatografia circolare di Pfeiffer, un metodo che permette di avere uno visione olistica del suolo. Se ne ricava una storia dettagliata, che descrive la quantità di sostanza organica, il grado di ossigenazione, l’attività microbica, la presenza di sostanze inquinanti e informazioni su come è stato lavorato il terreno. La cromatografia circolare su carta è stata ideata a metà del 900 dallo scienziato tedesco Ehrenfried E. Pfeiffer su indicazioni di Rudolf Steiner, fondatore dell’agricoltura biodinamica. Per questo tipo di analisi collaboriamo con l’associazione per la Cristallizzazione sensibile avvalendoci dell’esperienza di Maurizio Peruzzi.

LE AZIONI DEI CUSTODI

Di fronte a una minaccia globale diamo valore a ogni piccolo appezzamento di terreno, come parte di un mosaico virtuoso da costruire pezzo per pezzo, creando mattoni stabili del cambiamento, poiché radicati nelle coscienze.

Il primo tassello parte dalla Provincia di Cuneo, dove nel corso del 2021 è stato avviato un primo progetto in Valle Varaita che ha coinvolto diverse realtà: La Milpa Orto Collettivo di Piasco, la cooperativa agricola Il Casolare, l’azienda agricola Alessio Rosso, l’azienda agricola Humus di Davide Provenzano, QBere Kauss produttori di birra artigianale di Piasco, la società agricola Cresco di Rossana, Matteo Mana apicultore e agricoltore di Manta, Cascina Roncaglia a Villafalletto, l’azienda agricola Bio Borghino a Castellar Saluzzo, l’Allevamento biologico di Flavio Rebuffatti di Sampeyre oltre ad alcuni orti familiari.

Queste le buone pratiche per rigenerare il suolo di cui i Custodi divengono conoscitori nel tempo e autonomi sperimentatori:
eliminare diserbanti, antiparassitarii e fertilizzanti di sintesi, autoprodurre e utilizzare microrganismi aerobici, facoltativi, anaerobici, autoprodurre e utilizzare preparati biologici e biodinamici, lavorare in tempra, utilizzare correttamente la vangatura, la rippatura, la sarchiatura, pacciamare, fare consociazioni e rotazioni, gestire adeguatamente l’irrigazione.

I Custodi condividono problematiche e soluzioni nei tavoli di lavoro e si impegnano nelle giornate pubbliche a condividere la loro esperienza per sensibilizzare le persone sul territorio attraverso un dialogo diretto.

Nell’ottobre 2021 il Progetto Custodi del Suolo ha vinto la quinta edizione dei Trofei MaB UNESCO, organizzati dall’ente Parco del Monviso in collaborazione con la Camera di Commercio di Cuneo e il Parc Naturel Régional du Queyras.

CHI SIAMO

Stefano Vegetabile è nato a Alba nel 1978, e dal 2007 si dedica alla coltivazione naturale sperimentale. Quando sente che la vita da ufficio non corrisponde più al suo disegno, scopre prima la biodinamica e nel 2012 conosce i fondatori dell’associazione LaCasaRotta, e così questo progetto diventa l’occasione per un nuovo inizio, motivato anche dalla nascita del figlio.
Stefano, con i nonni contadini e viticoltori, torna così alle origini: diventa “neocontadino” sperimentale. Imparando dagli anziani e da altre piccole realtà biologiche del posto e affascinato dal biodinamico frequenta molti corsi con Enzo Nastati. Apprende così in via teorica e molto sul campo, sviluppando la linea agricola dell’Agriturismo Casa Scaparoni vicino ad Alba (CN). Ora, dal 2015, è responsabile del progetto agricolo permanente dell’ecovillaggio LaCasaRotta dove sperimenta come un vero alchimista diversi tipi di compost, macerati, preparati da applicare per humificare e tenere vivo il terreno, la Madre Terra.
E’ insegnante di agricoltura naturale, agroecologica, biodinamica (ha insegnato all’Università di Scienze Gastronomiche di Slow Food e all’ITS-scuola agricola della Regione Piemonte) e presso la scuola permanente de LaCasaRotta.

RESPONSABILE TECNICO SCIENTIFICO Stefano Vegetabile Nuove Rotte - Organismo agricolo
IDEAZIONE E COMUNICAZIONE DEL PROGETTO Manuela Almonte CasaCantiere Belvedere

Classe 1974, braidese, laureata in Scienze della Comunicazione, pubblicista e musicista, si occupa da vent’anni di creare, promuovere, organizzare eventi e progetti culturali e musicali. Tra questi “Ranzani SPA” spazio pubblico autogestito a Bologna (1999-2000), “La Mescla”, Napoli (2001-2004, musica e viaggi di ricerca musicale dal sud Italia ai Balcani), “Occitania a pè” 1300 km a piedi dalle Alpi ai Pirenei (Italia – Francia -Spagna 2007-8) con Chambra d’Oc, “Cinema Corto in Bra” con associazione Bracinetica (Bra, 2007-2011), “Carovana Balacaval, 1000 Miglia ad alta vivibilità” (2011-2018 Piemonte) due tour “Paz Gitana – musica nomade per il riscatto della terra” (Messico, Italia, Francia Spagna) con associazione Bruskoi Prala,  “Sanrito piccolo Festival di Grandi Canzoni” a Cuneo con L’Isola Condorito. Musica, scrittura, natura, arte della condivisione, sono da sempre al centro dei suoi interessi. Negli ultimi tre anni, a fianco dei progetti musicali si è occupata attivamente della ristrutturazione della casa di famiglia, dove ha dato vita ad un piccolo orto / frutteto approfondendo le sue conoscenze nel campo dell’agricoltura naturale e dei fermentati.

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